Melanoma (e altri tumori): la grande speranza del vaccino mRna

Melanoma e la grande speranza dei vaccini terapeutici: il vaccino mRna riduce i rischi da recidive del 65% in combinazione con l’immunoterapia, e la scoperta apre a grandi speranze per altri tumori.

La svolta dei vaccini terapeutici contro il cancro appare oggi dunque sempre più vicina. Sono infatti positivi i nuovi risultati del vaccino a mRna contro il melanoma, in combinazione con la molecola immunoterapica prembolizumab: il vaccino associato a immunoterapia ha ridotto il rischio di metastasi a distanza (ovvero in altri organi) o morte del 65% nei pazienti ad alto rischio con melanoma in stadio III/IV avanzato sottoposti a intervento chirurgico.

Tutto è contenuto nello studio di fase 2 Keynote-942, su 157 pazienti, dell’azienda americana Moderna presentato al congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco) in corso a Chicago.

Si tratta di un importante aggiornamento dei dati relativo al candidato vaccino contro il melanoma, basato sulla stessa piattaforma a mRna utilizzata per la prima volta per il vaccino anti-Covid, sottolineano i ricercatori.

In precedenza, infatti, erano stati già registrati dati positivi per la riduzione del rischio di recidive localizzate nell’area di insorgenza di questo aggressivo tumore della pelle. Le aziende Moderna e Msd prevedono ora di avviare entro il 2023 lo studio di fase 3 e di iniziare gli studi sul vaccino anche per altri tipi di tumore, a partire dal polmone.

Risultati positivi arrivano anche dall’Italia con una ricerca preclinica sull’applicazione contro il Covid di una piattaforma vaccinale basata sulla ingegnerizzazione delle vescicole extracellulari sviluppata esclusivamente da ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità.

I dati, pubblicati sulla rivista NPJ Vaccines del gruppo Nature, mostrano che la proteina N del virus usata come antigene può ridurre anche più di 1000 volte i livelli di replicazione del virus nei polmoni di topi di laboratorio e questo metodo potrebbe aprire la strada ad applicazioni anche in oncologia.

Il vaccino mRna per il melanoma, ha dato “risultati molto importanti: nel 65% dei casi non si è infatti registrata comparsa di recidive in altri organi dopo due anni dalla somministrazione del vaccino”, ha spiegato Kyle Holen, senior vice president e responsabile Sviluppo, Terapie e Oncologia di Moderna, in un incontro a Chicago in occasione del congresso Asco.

“Siamo entusiasti – ha inoltre dichiarato – di condividere questi risultati con la comunità oncologica. Pazienti che manifestano metastasi in siti a distanza, infatti, in genere hanno esiti di sopravvivenza peggiori e una prognosi infausta. Quindi questi risultati sottolineano il potenziale del vaccino ed evidenziano come la terapia col vaccino individualizzata possa trasformare il trattamento del melanoma. E’ una promessa che si potrebbe mantenere anche per altri tipi di cancro”.

Positivo il commento di Paolo Ascierto, direttore del dipartimento di Melanoma e Terapia Innovative dell’Istituto nazionale tumori Pascale di Napoli, che invita però alla cautela: “contro il melanoma, che solo in Italia registra circa 15mila casi l’anno, abbiamo oggi varie armi terapeutiche a disposizione, ma ancora non basta. La strategia del vaccino a mRna apre alla speranza sulla possibilità di avere nuove terapie per arrivare ad aumentare il numero di pazienti che possono guarire dalla malattia. Tuttavia bisogna essere cauti poichè si tratta di dati importanti ma preliminari che devono essere confermati. Se la fase 3 dello studio confermerà questi risultati, avremo una nuova concreta arma in mano in più”.

Quanto al meccanismo del vaccino, viene prima eseguita una biopsia sul tumore. Un algoritmo identifica quindi le mutazioni alla base della crescita tumorale. A questo punto viene creata una molecola di Rna messaggero (mRna) che porta le istruzioni per produrre gli antigeni che determineranno la risposta immunitaria una volta che il vaccino viene iniettato. Questo è cioè progettato per stimolare una risposta immunitaria specifica basata sulla firma mutazionale del tumore di un paziente. Dati rilevanti, dunque, ed il responsabile di Moderna guarda già oltre: “I vaccini terapeutici, come quello sul melanoma e gli altri allo studio, rappresentano una grande svolta. Il passo successivo è arrivare ad un vaccino preventivo per i tumori. Un obiettivo per il futuro – conclude Holen – al quale stiamo lavorando”.

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